LA FAVOLA DI BIANCO, NERO E GRIGIO

Pensieri - buoni- prenatalizi, poi arrivano quelli cattivi!

GENERE SFUMATO

C’era una volta NERO e c’era una volta BIANCO.
Due tipi tosti, uno l’opposto dell’altro. Nero era quello deciso, razionale, concreto, spesso piuttosto pessimista, non a caso sempre vestito del colore della pece. Bianco era anch' egli risoluto, ma più positivo, emozionale, anche se talvolta fin troppo sognatore ed idealista, con indosso abiti così lindi da abbagliare la vista.
Caratteristica comune e distintiva di entrambi era la capacità di non scendere a mezze misure, il fatto di andare diritto per una strada, anche se sempre in opposte direzioni; ai loro occhi, tutto era appunto categoricamente bianco o nero, senza sfumature. Le loro vite erano monocolore, due sentieri paralleli, senza possibilità di incontro, senza la minima coincidenza.
Si erano visti mille volte sulla banchina, in attesa dello stesso treno, ma non si erano mai osservati, né tanto meno parlati. Poi, una fredda sera d’inverno successe qualcosa di inatteso; un forte soffio di vento li fece scontrare e Bianco e Nero si ritrovarono avvolti in un abbraccio che durò tutta una notte e quando, imbarazzati, si ricomposero, tra loro era comparso il piccolo Grigio: una macchiolina di una tinta indefinita, un incrocio sorprendente di ciò che era sembrato così netto, definito, inconciliabile. La via della concordia tra gli opposti.
Da quel giorno Bianco e Nero realizzarono quanto per troppo tempo non s’erano accorti di quali piccole infinite declinazioni era ricca la vita. Una scala di gradazioni era entrata nella loro eistenza.
Come a volte la necessità porta a vedere il mondo in un' unica tinteggiatura, così molte altre volte scovare la nuance inaspettata è il segreto per vivere meglio.
Le differenze vanno guardate, non solo viste. Perché tra il Bianco e il Nero può sempre comparire il Grigio.

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