Belle, zitte e zittite? Ma anche no


Grazie al cielo, il pizzico di saggezza, che pareva assopito, ha avuto la meglio e il deplorevole concorso di Miss Cameriera, proposto dall'accoppiata padre e figlio, titolari di un pub di Tezze sul Brenta, nel Vicentino, è stato annullato. In premio ci sarebbe dovuto essere un posto di lavoro per la più bella, dopo una sfilata-colloquio in costume di bagno, abito elegante e tenuta da lavoro, davanti agli occhi, probabilmente strabuzzanti, dei clienti più affezionati.

Peccato che sia dovuta intervenire la Cgil, come si legge qui, per fermare la messa in scena dello show paesano, ma mi chiedo perchè ad opporsi per prime non siano state le destinatarie del bislacco concorso modello Miss Italia.

Va bene che bisogna guadagnare e il precariato avanza, ma farsi trattare come veline per qualsiasi tipo di lavoro è profondamente offensivo. Una cameriera aldilà della presenza più o meno gradevole, dovrebbe avere un bel modo di fare con i clienti e saper servire loro le ordinazioni, e non sculettare e ammiccare in costume da bagno. La dignità, almeno quella, non facciamola diventare un vocabolo vintage, relegato solo alle nostre nonne.

Come scriveva su Il Post Flavia Perina riferendosi alle hostess a chiamata per Gheddafi, molte ragazze d'oggi "non sono più capaci nemmeno di riconoscere l’oltraggio alla loro dignità, l’offesa ai loro diritti di persone, la riproposizione dello stereotipo della subalternità femminile, persino quando gli vengono sbattute in faccia da un circo cialtronesco". Questa è la colpa delle donne.

Superando le etichette ignoranti di post-femminismo- moralismo, ragazze, aspiranti cameriere del bar vicentino, pretendete di indossare la divisa del locale ed essere semmai giudicate per come spillate una birra più che per come vi bagnate le labbra e sorridete. E questo vale per qualsiasi altro contesto professionale.

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