Ecco i giovani "in scadenza" nell'Italia del 2010


Si chiamano Anita, Daniele, Erica, Federica, Mario, Francesca. Fanno lavori diversi: chi il grafico, chi l'archeologo, chi l'insegnante, chi l'educatrice, chi la ricercatrice o la psicologa. Ma hanno una cosa in comune: sono tutti precari.Sono laureati, giovani e meno giovani, nel limbo del mercato del lavoro, tra contratti a progetto, a tempo determinato, e stage più o meno retribuiti. I loro volti fanno parte del progetto fotografico "Ritratti di Precari", nato per volontà di Chiara Schiaratura, laureata ventinovenne, precaria, di Pesaro, che si barcamena lavorando come fotografa freelance, educatrice in una scuola elementare e allenatrice di pallavolo. "Nemmeno a dirlo che il denaro che guadagno non mi permette in nessun modo di essere indipendente", precisa Chiara.

IL PROGETTO: COME, QUANDO, PERCHE' -"Ritratti di Precari" è nato due anni fa con la tesi specialistica in Progettazione e produzione delle arti visive allo IUAV di Venezia. "Arrivando alla fine del mio percorso universitario, racconta la ventinovenne, ho cominciato a realizzare di non avere di fronte a me un futuro ben delineato, ma incerto. Parlandone con i miei amici ho scoperto che anche loro, guardando al domani, non riuscivano a scorgere stabilità, sicurezza e indipendenza economica". Così è nata l'idea di raccontare questa situazione precaria. Una situazione che riguarda ormai giovani e non giovani, con famiglia e bambini.

RITRATTI CON LA DATA DI SCADENZA - Le foto del progetto ritraggono persone, con la loro dignità, la loro fisicità. I loro sguardi esprimono speranza, insoddisfazione, dolore, e i loro corpi nudi hanno la particolarità di essere marchiati con date di "scadenza", proprio per sottolineare il rapido ricambio di manodopera dato dalla precarietà dei loro contratti, come se fossero carne da destinare al solo lavoro. Chiara si è ispirata alle fotografie di Richard Avedon raccolte nel progetto "In the american west", concentrato sui lavoratori americani. Lo scopo è quello di ritrarre i precari come se fossero modelli, risaltando la loro personalità, non solo il loro mestiere. "Perché una persona è per prima cosa umana, in un secondo momento diventa quello che fa", dichiara.

L'ideatrice del progetto - Chiara Schiaratura

( guarda le altri immagini qui)

PASSAPAROLA VIRALE - "Sono i precari che si rispecchiano in questa situazione a scrivermi: molti hanno saputo dell'iniziativa tramite facebook, altri navigando in rete, altri ancora attraverso le newsletter delle varie associazioni di precari a cui mi sono rivolta quando ho cominciato questo lavoro", precisa l'ideatrice del progetto. Loro le mandano una mail con la loro storia e lei, appena possibile, li raggiunge per scattare loro il ritratto, anche se, Chiara ammette, "la loro prima impressione è curiosità, ma di 50 precari che mi contattano, solo la metà si presenta agli appuntamenti, vuoi la memoria corta, vuoi la titubanza a mostrare il proprio volto".

REAGIRE PER UN FUTURO MIGLIORE - C'è grande delusione nelle parole di questa ragazza: "Non un colloquio da quando sono uscita dall'università, non una risposta alle migliaia di curricula inviati, oggi mi sento un peso per i miei genitori. Cerco di arrangiarmi in qualche modo, cercando lavoretti qua e là". La sua speranza è che questa sua idea possa spingere molte persone a farsi un esame di coscienza, a unirsi a questo coro che pian piano cresce, "per smetterla di starcene con le mani in mano e fare qualcosa. Anche io sono precaria, ma spero di riuscire nel mio sogno di diventare fotografa", conclude.


Se anche voi volete mettere la faccia nel progetto Ritratti di Precari, scrivete a:
ritratti_di_precari@yahoo.it


Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

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