Basta con la femminilità svenduta in tv. Le donne-simulacri di Angela Loveday


Pubblicato su Affari Italiani

La fotografia come necessità e ricerca, come "un modo per smettere di soffrire" nella società dell'Immagine. E' questa l'anima della personale, Simulacri e Impostura, di Angela Loveday, giovane artista, classe 1984, nata da madre italiana e padre nigeriano.

Ospitata dalla sede del Centre culturel français di Milano fino al 3 dicembre, la raccolta di scatti, poetici e onirici, è introdotta da un'epigrafe del filosofo francese Jean Baudrillard: "la fotografia è il solo modo di percorrere le città in silenzio, di attraversare il mondo in silenzio". Una riflessione, come spiega il curatore Igor Zanti, sulla medesima essenza della fotografia, sul valore dell'immagine, con citazioni colte di intellettuali come Baudrillard e Bataille, che affrontarono in modo pionieristico le problematiche dell'identità dell'uomo contemporaneo, in relazione al virtuale come luogo in cui il pensiero diviene più reale del reale: iperreale. In virtù della "distanza insormontabile" creata dalla fotografia tra il soggetto fotografato e i fruitori del lavoro una volta portato a termine, la Loveday trasforma le immagini in simulacri di corpi, nei quali bellezza, travestimento e ambiguità si mescolano.

Una mostra che è il risultato di un percorso in profondità nell'animo delle persone per recuperare qualcosa di sempre più raro: le emozioni umane. L'utilizzo del soggetto, la costruzione della scenografia e del messaggio sono tutti elementi che concorrono alla teatralità della composizione, che racconta la precarietà e la fragilità della nostra contemporaneità fatta di apparenza patinata.

Un lavoro che inquieta e disturba. Di certo, non lascia indifferenti. Non è poco in una società bombardata di immagini shock, dove tutto finisce nel tritacarne mediatico.

Simulacri e impostura
Centre culturel français de Milan
Palazzo delle Stelline
Corso Magenta 63, Milano
Fino al 3 dicembre 2010
Dal martedì al venerdì, ore 15 - 19


Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

Commenti