Good Vibes/Un amore folle & burrascoso


Conosco una ragazza malata di ansia nei confronti del tempo che sta per arrivare: deve programmare tutto. Niente spazi bianchi. Appena si preannunciano le feste natalizie o le ferie estive lei deve trovare qualcosa da fare. E inizia a spulciare una sfilza di opuscoletti pieni di descrizioni, proposte, dettagli, prospetti, tabelle e asterischi, per provare nuove esperienze e iscriversi a corsi e attività extra. Tutte cose che puntualmente non fa mai. Quello che la inebria è tenersi occupata a cercare qualcosa che la faccia sentire occupata. La sua tendenza innata a procrastinare riequilibra poi quest'ansia da prestazione e non conclude nulla, ma riempie costantemente interi fogli di liste " to do", di tempi da rispettare, scadenze, pianificazioni. Quand'era più piccola era molto peggio. Con il tempo l'ossessione è diminuita, anche se perdura un'inclinazione a pensare al futuro nel lungo termine. Probabilmente, una parte della colpa è dovuta al contesto ansiogeno nel quale questa ragazza vive: conversazioni fast&furious, dichiarazioni di saluto "Ciao come va bene grazie", una grande città dove la gente corre sulle scale mobili della metropolitana anche quando è in anticipo, cellulari e computer always on, un'esasperata concentrazione sul proprio Io, gli obiettivi da raggiungere per non sentirsi una fallita...

Qualche giorno fa mi ha detto di aver ricevuto un’e-mail: una cara amica le ha scritto, un'amica che da qualche mese è a Sidney. E' partita dopo l'ennesimo contratto a progetto scaduto, esausta per le prese in giro "italian style". Ha cambiato rotta. Le ha scritto che sta rallentando, che aveva esagerato, preteso troppo da se stessa, si è resa conto che certi ritmi sono imbarazzanti ed è giunta alla conclusione che spesso non portino a molto. Le ha raccontato che lavora e che sta ricaricando le batterie, si sta rimettendo in riga, è nella fase " fermati e osserva", una fase che fa bene, che fa capire molte cose, che fa dedicare tempo alle persone. Spera solo di non dover parlare con un simpatico personaggio che alla domanda "Scusi la disturbo", le risponda: " Tra il troppo e il tremendamente".

A me è capitato. A Milano. “Mi spiace per il tremendamente”, ho risposto. E ho riso, per non aggiungere altro.

Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

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