Generazione a perdere

Copio e incollo quanto ricevo da Cecilia Freschini, critica d'arte e curatrice di base in Cina ed ideatrice della mostra "Danno d'immagine"...di prossima apertura in Oriente. Una ricerca artistica che parte da una domanda: qual è l'immagine che prevale all'estero del nostro Paese?
Sotto uno stralcio del testo:

DANNO D'IMMAGINE

28.05.2011 – 11.06.2011

a cura di Cecilia Freschini

Pechino, presso lo Zajia Lab


parere comune che l'immagine dell'Italia stia conoscendo, in questi ultimi anni, un degrado terribile. Un declino vertiginoso che mi ha sollecitato a indagare la questione, in termini artistici, attraverso questa mostra. Nonostante l'esplicita componente sociopolitica, il progetto nasce dall'unione di tre semplici ingredienti: buon senso, responsabilità e dignità. Questo progetto intende denunciare un concorso di colpa, di situazioni e di nomi, di cause e conseguenze che si ripercuotono a effetto domino su innumerevoli aspetti sociali: televisione e mediaticita', censura e libertà di stampa, piuttosto che la preoccupante situazione sul piano educativo/culturale... .

L'arte è un modo per riflettere sull'esistenza ed è anche un modo per creare la realtà, o per meglio dire, di suggerire un diverso punto di vista della stessa, confluendo l'attenzione dell'osservatore su alcuni dettagli, sfumature che nella quotidianità si perdono o vengono travisati. Ritengo che l'arte debba stimolare e condurre il pubblico verso un'osservazione critica e soprattutto costruttiva".


Io so che ieri sera ho visto Report dell'ottima Milena Gabanelli: la puntata s'intitolava Generazione a Perdere e raccontava i giovani italiani che non hanno un peso politico nè sociale, i giovani ricercatori che se ne vanno, i giovani invisibili, precari e bla bla bla.

So che a un certo punto ho spento, mi stava salendo la bile. Pur avendo l'opportunità di fare tutti i giorni il lavoro che mi piace, mi saliva la bile per la totale assenza del tema occupazione-disoccupazione giovanile nell'agenda politica italiana. Destra e sinistra, senza differenza. Almeno, finora. Mi saliva la bile per la giungla contrattuale tarata sui comodi delle aziende con il risultato di aver annullato completamente i giovani come collettività. La logica è ormai spostata verso l'interesse del singolo che deve stare attento a non farsi fare le scarpe dalla concorrenza combattuta sul campo del low cost, dove la qualità e la dignità non sono più degli indicatori, nè dei valori da considerare. Il più delle volte, s'intende.


Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

Commenti

Unknown ha detto…
Maria Teresa, grazie dell'attenzione. Condivido e capisco quanto hai scritto... la situazione e' deprimente e vergognosa.. ma non credo, non voglio credere, che possa durare a lungo..
Cecilia Freschini