Se fem? #7/ Pink Visions tra street art, interviste, design, barbie e colori di genere


In milanese, "se fem?" è un intercalare che corrisponde a dire "che si fa?". Parte proprio da qui questa rubrichetta settimanale, nella quale mescolo cosa secondo me c'è di bello in giro. Da vedere, da sentire, da scoprire. Nel segno della condivisione.
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Vieni con me in un mini tour tra donne? Donne che sanno comunicare, creare, trasformare.




LE CENERENTOLE DI ALICE' - Prima tappa tra le opere di Alice Pasquini, in arte AliCè. Lei è una street artist romana che predilige soggetti femminili, moderne cenerentole a tinte spray e scarpe sportive. Sensuali, vitali e trasgressive ma con un velo di innocenza. Alice ha portato il suo pezzo di strada in galleria o meglio ha adattato la sua arte alle mura di uno spazio un poco più "istituzionale". Alla 999Contemporary (via Alessandro Volta 48,Testaccio, Roma) la trovi fino al 19 maggio con la sua personale CINDERELLA PISSED ME OFF. E  tutti i suoi lavori puoi ammirarli sul suo sito.




INIZI FAMOSI -  Secondo stop al femminile. Chiara Clemente, regista italiana ma di casa a New York, ha firmato la seconda serie di Beginnings, cinque brevi documentari sui debutti di artisti e personalità creative, da Charlotte Gainsbourg a Marjane Satrapi passando per Christian  Louboutin,  Frédéric Malle, Sylvia Whitman. E se i primi sette episodi realizzati nel 2010 erano dedicati alla scena newyorchese, ora lo sfondo è Parigi. Tra oggetti, ricordi, immagini e musiche, online sul Sundance Channel .


                    

METTI BARBIE AL COLLO - Per ragazze ironiche a cui piace giocare con l'immagine ci sono i gioielli fatti con le porzioni della bambola più famosa del mondo. Collane, anelli, braccialetti, spille, orecchini. Non solo visi, occhi, mani della famosa Barbie targata Mattel. Nessuna parte del corpo è esclusa...Dai un'occhiata. Li crea Margaux Lange che trovi qui.


LEGO DESIGN - Città ma anche persone smart, fuori dal bozzo di un uovo, all'insegna dell'indipendenza e dell'intraprendenza. Parole in fila ispirate al muro di Pink Vision - Art Science and Bricks, la mostra che alla Triennale di Milano ha riunito lo scorso aprile 45 progetti di artiste e scienziate che hanno costruito ciascuna un'opera al femminile con un kit di 7.140 mattoncini.






P.S PINK, NON E' SOLO UN COLORE - Ebbene il rosa viene usato ormai da anni per rappresentare l'universo femminile. Ma chi l'ha deciso? E' un codice comunicativo o uno stereotipo come sostengono le femministe più accanite che si ribellano ai corredini pink per femminucce. Il rosa può diventare anche un'ossessione. La fotografa Jeong Mee Yoon ha creato The Pink Project partendo proprio dall'assoluta preferenza della figlioletta per il colore delle bimbe per antonomasia. Un progetto artistico che fornisce una panoramica sul legame tra il colore e il sesso (per completezza anche i maschietti sono stati inclusi: l'intero progetto si chiama The Pink and Blue Projects). 



                                 Emily and Her Pink Things from The Pink Project. Light jet print, 2005. Photo credit: JeongMee Yoon 


Le conclusioni di Jeong Mee Yoon? La preferenza delle bimbe per il rosa e dei maschietti per il blu è un retaggio inconscio dell'influenza della pubblicità rivolta a bambini e genitori. Un esempio su tutti lo sono stuoli di Barbie ed Hello Kitty che associano il rosa all'essere femminile. Anche se, racconta Jeong, inzialmente il rosa era un colore maschile, in quanto derivante dal rosso, simbolo di potere. Tutto cambiò in America dopo la seconda Guerra Mondiale con l'avvento dei consumi di massa e dell'industria pubblicitaria e la conseguente esigenza di targettizzazione.
La questione può sembrare banale ad alcuni, estremamente cruciale ad altri, ma a pensarci bene è tutta una questione di prospettiva. Spesso la consapevolezza di quello che ci viene proposto come modello di consumo è già un buon punto di partenza...Non trovi?


Al prossimo "Se fem?"

Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

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