Un'immagine vale più di mille parole. Oggi viviamo di immagini, a volte fin troppo veloci, morbose, violente, inopportune. Siamo immersi in una cultura dell'immagine, senza possibilità di ritorno, a perenne rischio intossicazione.
E ci sono anche dei trucchetti, dette applicazioni, che ti fanno sentire un fotografo quando non lo sei affatto, ma c'è anche chi continua ad avere la passione di ritagliarsi la sua porzione di mondo e di coccolarla prima e dopo.
ISO600 - Festival della Fotografia Istantanea, conclusosi a Milano la scorsa domenica 7 ottobre ha riunito nella Artra Gallery in zona Porta Romana una cinquantina di artisti che hanno esposto le loro visioni. Assolutamente analogiche e istantanee. Sì perchè la protagonista indiscussa del festival è stata la polaroid, anzi come cita il comunicato "la fotografia a sviluppo immediato, che si tratti di pellicole a distacco o integrali, il cui scopo è creare ed esporre pezzi unici, in opposizione ai sensori digitali che esaltano la produzione in serie e riducono il ruolo creativo della casualità". L'evento nato da un’ idea dei fondatori del bellissimo gruppo Polaroiders, Alan Marcheselli e Carmen Palermo, ha riunito così gli strenui difensori nella fotografia analogica istantanea. Dei romantici anacronistici che ti fanno dire "beh meno male che ci sono ancora". Insomma moderni paladini che resistono agli ammiccamenti del digitale che invece seduce me, amante ma incapace nella materia fotografia. Mi vorranno perdonare se ho incorniciato con l'app del momento le istantanee che più mi han colpito immediatamente nella mia visita fulminea.
Mi piace segnalare, tra tutti, i lavori di Luca Zanella, Silvia Giorgis, Sara Elena Rossetti, Franco Mammana, legati da un filo di sospesa magia, almeno agli occhi miei.
E infine, come non citare le facce famose da leggere firmate da Marina Alessi.
Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com
Commenti