Cosa ti muove se non le passioni? Amore, odio, potere non sono forse il fulcro del nostro pensare e sentire? Le stesse passioni al centro del capolavoro shakespeariano Il Mercante di Venezia, reso ancora più attuale dalla messa in scena, per la regia di Alberto Oliva (classe 1983, fresco vincitore del Premio Pirandello come miglior emergente), fino al 9 dicembre al Teatro Libero di Milano. In una Venezia marcia e cupa si svolge lo scontro etico, sociale e culturale che vede come protagonisti il ricco usuraio ebreo Shylock-Mino Manni disprezzato dai cristiani, il Mercante Antonio che presta denaro gratuitamente, l’amico Bassanio innamorato di Porzia-Valeria Perdonò, ereditiera del regno di Belmonte, femmina del desiderio e della saggezza. La vicenda è nota: l’eterea Porzia è al centro di un conflitto fra amicizia e amore reso possibile dal potere del denaro. Bassanio chiede ad Antonio 3000 ducati per corteggiare la bella fanciulla. Antonio è ricco, ma molti dei suoi soldi sono investiti in navi da carico ancora in viaggio. Si rivolge allora all’ebreo Shylock, che attende da tempo di vendicarsi di lui. Ecco quindi la richiesta: entro tre mesi, qualora la somma non gli venga restituita, avrà in cambio una libbra di carne del corpo di Antonio. Porzia secondo il volere paterno può sposare solo chi supererà la prova dei tre scrigni. Bassanio non si lascia ingannare e conquista la mano della giovane. Arriva la notizia che le navi di Antonio sono naufragate e lui non può pagare il debito. Shylock pretende la libbra di carne. Il destino di Antonio sembra segnato. Ma Porzia arriva a Venezia travestita da avvocato e difende carne e onore del mercante attraverso un cavillo giuridico: Shylock dovrà tagliare dal corpo di Antonio una sola libbra senza spargere una sola goccia di sangue. "Chi è il mercante e chi l'ebreo?", chiederà il giudice, rivelando come le differenze tra i due non siano altro che maschere e come in realtà a dominarli siano gli stessi istinti, in quanto se uno vuole una libbra di carne dell'altro, questo pretende la conversione del rivale. Le passioni non si tramutano quindi in una sperata compassione, ma vengono aggirate da un cavillo. La questione si scioglie a Belmonte con il felice finale dei due innamorati. A noi rimane lo sdegno beffardo del giullare, grazie alla figura del 'fool' (Davide Palla) introdotta dal regista: il folle servo dalle sembianze di Jocker che nelle sue strampalate deduzioni si fa connessione della trama e portatore di dubbio, bene e male e infine verità, senza né lealtà né giustizia.
Il punto di vista è quello dei giovani
veneziani, scapestrati e bamboccioni, in cerca di un futuro con evidenti
analogie alla contemporaneità. Shylock, usuraio per necessità, affronta la sua
condizione di capro espiatorio del diverso. La scenografia riproduce in modo efficace i ponti della laguna, ricalcando un immaginario cinematografico
che richiama inevitabilmente la versione dell’opera resa celebre da un superbo
Shylock-Al Pacino nel 2004. I
tagli e i notevoli aggiustamenti rispetto al testo di Shakespeare (non compaiono
Nerissa, la serva di Porzia nè Jessica, la figlia di Shylock) agevolano il
ritmo, benchè accelerino d'un tratto il finale.
IL
MERCANTE DI VENEZIA
Fino
al 9 dicembre 2012
nuova
traduzione Enrico Groppali
adattamento
Alberto Oliva e Mino Manni
regia
Alberto Oliva
con
Mino
Manni
e
Stefano Cordella, Francesco Meola, Davide Palla, Valeria Perdonò
scene
e costumi Guido Buganza
musiche
originali Bruno Coli
luci
Alessandro Tinelli
assistenti
alla regia Francesco Leschiera e Arianna Carone
produzione
Il Contato del Canavese/ I Demoni/ Teatro Libero
Via
Savona 10
Milano
BIGLIETTERIA
PREZZI
BIGLIETTI
Intero: € 21,00
Under 26: € 17,00
Over 60: € 13,00
allievi
con carta TP CARD: € 10,00
Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com
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