Doggy bag nei ristoranti italiani. Ecco gli indirizzi anti spreco, dove portare a casa gli avanzi della cena

Nuova vita per vecchi rimedi anti-spreco. Oggi si dice doggy (o wine) bag per indicare il sacchetto d’asporto degli avanzi di cibo al ristorante, causa poco appetito o porzioni abbondanti. Anche se da noi, per molti, è ancora un tabù. Eppure, non c’è da vergognarsi, parola di chef. « E’ da 15 anni che faccio il ‘pacchettino’ con quello che reputo perfetto per essere portato via – afferma Filippo La Mantia, cuoco palermitano, a Milano dal 2015 con il ristorante che porta il suo nome “Filippo La Mantia - Oste e cuoco”- . Lo faccio anche con il vino, soprattutto quando la bottiglia è a metà. L’Italiano è un po’ snob ed a volte rifiuta. Ma cerco sempre di preparargli il pacchetto per fine cena». In Italia, in attesa di una legge anti-sprechi, e soprattutto a causa di una cultura alimentare che arranca tra cuochi e avventori, si sprecano 185 mila tonnellate di cibo l’anno solo nella ristorazione. La doggy bag, molto diffusa negli Stati Uniti e non solo, inizia a farsi strada in versioni “trendy”, grazie a illustratori, designer e architetti. Ecco quali sono e dove trovarle 



In Italia sono diversi i sacchetti anti-spreco che si possono trovare al ristorante. C’è il servizio Doggy-Bag, di due imprenditrici italiane, c’è la start up torinese ReBox, ci sono progetti nati durante Expo Milano 2015 come quello dell’azienda palermitana Tecnobox, a sostegno della campagna “Attenzione allo spreco” (in foto) a cui ha aderito anche il ristorante milanese di La Mantia. C’è “Tenga il Resto” a Monza fino ad iniziative di design come “Doggy Bag – Se avanzo mangiatemi” del Consorzio Comieco, in collaborazione con Slow Food. « E’ un servizio che piace alle persone, sia per il cibo e soprattutto per il vino. Attendiamo che si trasformi in un’abitudine nazionale. Intanto, la Guida di Slow Food sta valutando un simbolo per segnalare gli esercizi che usano le doggy bag», ci ha anticipato il Direttore di Comieco Carlo Montalbetti. Ecco dove chiedere, a fine pasto, senza vergogna «Per favore mi fa un pacchettino, una schiscetta (alla milanese) o doggy bag?» Poi, certo, c’è chi non avanza mai nulla.




Con il progetto “Doggy Bag – Se avanzo mangiatemi”, Comieco (Consorzio per il recupero di carta e simili), in collaborazione con Slow Food Italia, ha prodotto nel 2015 doggy bag di design, firmate da artisti coordinati dall'architetto Michele De Lucchi. Tre diversi contenitori per cibo e bevande. Qui le creazioni dell'illustratrice Olimpia Zagnoli. Nel 2015 i contenitori sono stati distribuiti gratuitamente in 80 locali tra Milano, Varese, Pavia, Cremona, Mantova, Brescia e Bergamo e in altrettanti 17 a Roma. Tra quelli di Milano? Molti non solo in centro, tra cui Acquacheta - Via Erodoto, 2 (www.acquacheta-milano.com) e UpCycle Milano, Bike Cafè in Via Andrea Ampère, 59 (www.upcyclecafe.it) passando per Erba Brusca, Strada Alzaia Naviglio Pavese, 286 (www.erbabrusca.it) e Trattoria Mirta, Piazza San Materno, 12 (www.trattoriamirta.it), ma anche Mamma Lina, Viale Monza, 256 (mammalina.it)


«Quando nasce una cosa nuova ci vuole pazienza, ma ce la mettiamo tutta». Tra quelli che si stanno espandendo, con un progetto 2.0, c’è ReBox, come spiega il torinese responsabile commerciale Marco Lei : «Partite sul mercato a Gennaio 2016, ad oggi le nostre scatole anti spreco con vaschetta in propilene sono in quasi 40 ristoranti in Italia, per lo più nella zona di Torino e dintorni, ma anche a Milano e Trento. Parte del ricavato è devoluto all’associazione umanitaria internazionale Azione contro la fame». I punti di forza? «L’estetica delle nostre ReFood (per il cibo) disegnate da Andrea Aste e delle nostre ReWine (per il vino), in partenza a giugno 2016 e realizzate in collaborazione con il pittore Papito» Tra i ristoranti in provincia di Torino, ReBox si trova al Ristorante 148 - Via Filippo Juvarra, 32/34 - Nichelino (TO)


Doggy-bag è il servizio nato, nel marzo 2011, dall'idea delle imprenditrici Francesca De Bernardi ed Elisabetta Bertoldi, che devolvono parte del ricavato delle vendite in beneficenza. «Il cliente si vergogna, ma anche la first lady Michelle Obama, in occasione del G8 di Roma del 2009, si portò via una carbonara dal ristorante dove aveva cenato - sdrammatizza De Bernardi - e i ristoratori dovrebbero proporlo più spesso. A volte andiamo noi stesse nei ristoranti.» Le loro sporte si trovano in 60 locali tra Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto-Adige. Indirizzi storici, ma anche di lusso e con stelle Michelin, pizzerie, bar e pub. Uno è il famoso Don Carlos, ristorante in via Manzoni, 29 - Milano - Tel: 02.72314640


Nel 2015, in occasione di Expo Milano, l’azienda Tecnobox di Carini (Palermo) ha distribuito gratuitamente 2.000 doggy bag brandizzate (in Air-Box, un materiale brevettato riciclabile al 100%) a una decina di ristoratori, per lo più siciliani, che hanno aderito alla campagna “Attenzione allo spreco”. Nel 2016 l’azienda porta avanti un progetto pilota nominato “Family Bag” nel comune palermitano di Castelbuono. «Il consumo di doggy bag è lento e non è ancora stato smaltito - dichiara Alessio Morici, direttore marketing di Tecnobox - poiché l’utente finale va stimolato. In un mese un ristorante medio, come una pizzeria-trattoria, rilascia 10 scatole anti-spreco, un vantaggio in termini di costo per lo smaltimento dei rifiuti ancora limitato». Tra le strutture aderenti alla campagna di sensibilizzazione “Attenzione allo spreco” c’è Gagini Resturant, via dei Cassari, 35, Palermo


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Di Maria Teresa Melodia
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