Come si diventa critico gastronomico (non influencer): le regole e i consigli di Visintin a Doof

In una società in cui il cibo sembra essere più appagante del sesso, in che direzione va la critica gastronomica in Italia? “In realtà, la critica gastronomica non esiste. Dal momento che non ci sono criteri precisi, i compensi sono ridicoli e gli editori non hanno interesse ad investire in una figura indipendente”. Questa è la sentenza di Valerio M. Visintin, recensore gastronomico delle pagine milanesi del Corriere della Sera. Dello stato dell’arte della critica gastronomica si è parlato proprio a Milano, all’interno di Doof , (food al contrario), convegno dedicato al cibo architettato dallo stesso Visintin, uscito dall’isolamento del freelance, ma non dalla consueta divisa nera.



Il critico mascherato ha radunato attorno sé Luca Iaccarino (Repubblica), Stefano Caffarri (Cucchiaio d’Argento), Sara Bonamini (Gambero Rosso), che hanno snocciolato alla platea le regole per entrare a far parte dell’orgoglioso mondo dello scrivere food, che oggi, a sentir loro, è spesso frequentato, per hobby, da appassionati benestanti più che da professionisti.

Eccole in sintesi su PuntarellaRossa


Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

Commenti