SUBLIME LEGGEREZZA CHIC CHOCK

Qualche volta la scatola magica riserva qualche bella sorpresa: a Parla con me, su Rai tre, accolto dalla Dandini è spuntato Paolo Poli, attore teatrale trasformista, personalità istrionica di una ironia e cultura raffinata tanto classica quanto d'avanguardia. Poli si fa amare per la sua intelligenza vivace e per la sua anima delicata e spudorata. L'anno scorso, in una serata d'estate, ho avuto il piacere di stringergli la mano, dietro al sipario del palco dove per circa un 'ora aveva intavolato un'irresistibile conversazione con la poesia di Palazzeschi. Ed è proprio così Poli: distinto e cortese, ma anche irriverente e pungente, con il suo papillon,l'ondeggiare elegante delle mani e un linguaggio spiazzante che dietro al tono poetico nasconde la battutaccia popolare e mai volgare. Una vera signora, che ritorna a teatro dal 12 al 24 gennaio con Sillabari di Goffredo Parise, alla Sala Umberto di Roma, accompagnato dagli immancabili arrangiamenti musicali di Jacqueline Perrotin, le scene del grande Emanuele Luzzati e i costumi Santuzza Calì.

Questo è, con qualche taglio, il ritratto che avevo scritto dopo lo spettacolo dell'anno scorso a Milano - Paolo Poli: una signora chic, molto shock che legge Palazzeschi (al link la versione integrale)

Aprite il sipario, la primadonna è in scena. Papillon bordeaux al collo e modi garbati che esplodono in un’ondata di dissacrante ironia.(... )Aplomb inglese e irriverenza Paolo Poli, classe 1929, non ha bisogno di presentazioni: infanzia fiorentina in una famiglia particolarmente moderna, con la mamma maestra montessoriana che gli permetteva di leggere libri pornografici perché consapevole dell’importanza della lettura tout court, poi l’amore per il teatro che lo fece trasferire a Roma poco più che ventenne e da lì i primi passi nel cinema e nei fotoromanzi. Autore, regista e attore di moltissimi spettacoli teatrali, ha iniziato la sua carriera negli anni ’50. (...)Nel suo graffiante repertorio ha sempre mescolato cultura alta e cultura popolare in una chiave ironica(...). Poliedrico e trasformista, ma soprattutto contestatore raffinato, anticonformista, rigoroso e libero. Alza le braccia con grazia e con lucida intelligenza fa smorfie e boccacce, esplode nelle pause con frasi spontanee, con l’accento toscano che sfugge tra i denti; “boni” dice al pubblico al primo accenno di applauso, “stavamo aspettando proprio lei” incalza ad un’ospite in ritardo, “ecco la Carmen” ironizza sulla suoneria proveniente dalla platea maleducata, e poi continua scanzonato “quelli che conosco so’ tutti morti” e così conquista il pubblico, con la chiacchiera impertinente, tra sorrisi e poesia. Dietro le quinte lo spettacolo continua. (...) A ottant’ anni è svelto e non perde il ritmo. Cinico, esilarante e sarcastico. Colto e spiritoso. Pungente e garbato. Sembra non esserci differenza tra l’attore e l’uomo. Son qui a scrivere di un genietto perfido e spassoso, che di certo non avrebbe bisogno di recensioni. E’ nei suoi personaggi, così chic e così shock. (...).

Video dallo spettacolo Rita da Cascia.

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