SULLO SCAFFALE/6 UN OMINO CON LE RUOTE

Un omino con le ruote contro tutto il mondo Un omino con le ruote contro l'Izoard e va su ancora e va su

E' questa la prima strofa della canzone (Qui si può ascoltare) scritta da Gino Paoli nel 1988, canzone dedicata a Fausto Coppi, il Campionissimo scomparso 50 anni fa. 

E in occasione dell'anniversario della morte di Coppi, tra i tanti tributi, è uscito il bel fumetto edito da Becco Giallo e firmato da Davide Pascutti, a cui ho fatto qualche domanda (Intervista pubblicata qui, su Affari Italiani):

Pascutti, il tuo ritratto d’autore si concentra sul 1949, sulla tappa Cuneo-Pinerolo, anno di consacrazione nel quale Coppi vinse non solo il Giro d’Italia, ma anche il Tour. Come ti sei preparato?
“Mi sono fatto l’idea di tutta la carriera di Coppi e ho pensato che in un libro di circa un' ottantina di pagine, il ripercorrere tutto sarebbe diventato un’opera molto didascalica e poco sentita, noiosa da fare e da leggere. Ho selezionato quindi alcune tappe salienti della vita del campione: da subito ho escluso l’infanzia affrontata in un bel libro da Gianni Brera e mi sono concentrato sul 1949, conosciuto da tutti come l’anno della consacrazione, e poi mi piaceva questo anno perché venivano messe in risalto la fragilità, le cadute, le fughe dell’uomo”.

Una caratteristica del libro è proprio il fatto che fai emergere il campione, ma soprattutto l’uomo Coppi, avvolto costantemente dal fattore solitudine...
“Emerge sì la solitudine, ma anche l’amicizia e la complicità con Bartali, che si distacca dal luogo comune dei due nemici, infatti dopo anni si è capito quanto quell’antagonismo fosse stato costruito e strumentalizzato. La solitudine è sicuramente la chiave di lettura di questo libro: un uomo che in famiglia non viene totalmente capito, messo in una situazione in cui non riesce a gestire famiglia e carriera. Con la moglie Bruna Ciampolini c’è un rapporto conflittuale che poi sfocerà nel tradimento con la Dama Bianca. Ho raccontato un personaggio i cui unici amici sono i suoi gregari che condividono con lui certe cose , ma non tutto. Lui si trova comunque solo. L’unica persona con cui può condividere certe sensazioni e responsabilità è il rivale storico Gino Bartali. Insomma, ho reinterpretato i pensieri di Coppi, sulla base dei fatti veri, concentrandomi proprio sul rapporto tra i due, che alla fine della carriera si erano uniti molto”.

Come mai hai deciso di non affrontare la vicenda della Dama Bianca, la seconda moglie Giulia Occhini?
“Mi sembrava una forzatura, un modo ammiccante per far parlare del libro”.

Graficamente poni l’accento sul naso appuntito di Coppi, invece psicologicamente si distinguono nel libro delle tavole oniriche, nelle quale vengono estrapolate alcune parole chiave…
“Coppi è sempre stato un personaggio taciturno. Fare un fumetto su un personaggio come lui mi ha permesso di fare scelte grafiche un po’ più simboliche: nelle tavole oniriche ho cercato di visualizzarlo più che descriverlo a parole. E’una mia interpretazione-tributo che magari chi lo ha conosciuto può smentire”.

Sei entrato in contatto con la famiglia di Coppi durante la scrittura del libro?
“No, ho preferito di no. Penso sia un ambito delicato, mi sarebbe sembrato invadente mettere mano nella vita di una persona, anche se un personaggio pubblico. In quel caso avrei dovuto fare delle interviste, ma questo non era l’intento del libro. Ho preferito far emergere una mia visione personale, con i suoi pregi e difetti, senza invasioni di campo nella biografia filologica”.

Al termine del libro, cosa ti è rimasto di Coppi?
“Coppi non ha mai detto molte frasi... mi è rimasto più che altro l’atteggiamento sotto le righe”.

Personalmente ti senti più Coppi o Bartali? Da una parte l’Italia progressista e dall’altra quella conservatrice...
“Non avendo vissuto quell’epoca è difficile, sono combattuto, erano due personaggi. Per molte cose Bartali mi ispira più simpatia, ma per molte altre mi sento più vicino al modo di essere di Coppi, anch’io durante la lavorazione del libro ho avuto dei momenti in cui dicevo - basta ora mollo tutto- un po’ come faceva Coppi”.

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