Me ne frigo, un social concorso per i frigoriferi in condivisione




“Siamo quello che mangiamo” scriveva il filosofo Ludwig Feuerbach e “siamo anche quello che abbiamo e condividiamo nel nostro frigo” tuonano i tempi moderni che si rincorrono tra convivenze e comunità virtuali, dove un frigo diventa la stanza comune dei gusti propri e altrui, elemento centrale di tutte le abitazioni, spazio di incontro e scontro, tra confezioni mono-porzione, e ripiani sezionati, specchio di famiglie naturali o di convenienza economica. È questo il tema di Me ne Frigo, un’esposizione ironica, presentata a Paratissima 2010 e nata da un concorso indetto dall’Associazione F.E.A. che ha messo in gara le più interessanti fotografie che ritraggono frigoriferi e coinquilini, come metafora delle dinamiche della coabitazione. Curioso il mezzo utilizzato per partecipare, ovvero Facebook. In due mesi i fan iscritti alla pagina del concorso sono stati 2.500: circa 200 le foto caricate giunte da tutta Italia, oltre che da Lisbona e Sidney. L’età media dei partecipanti: tra i 25 e i 35 anni.

UNA SOCIAL MOSTRA – “La bacheca di Facebook assomiglia in modo strabiliante alla "bacheca/frigo" dove i conquilini "postano" messaggi per i loro coabitanti, ma anche condividono immagini e fotografie, esattamente come accade su facebook”, racconta il direttore artistico Francesca Lonardelli, che aggiunge: “Chiedendo ai partecipanti di aprirci i loro frigoriferi apparentemente siamo entrati in uno spazio privato e intimo della casa. Un modo per ridimensionare il cliché di Facebook nemico della privacy: in realtà non è lo strumento ad essere sbagliato, è l'uso che se ne fa che può diventare pericoloso”.

IL FRIGO SIMBOLO DEI TEMPI MODERNI - Il contesto sociale di riferimento è quello dei giovani che risiedono in città: studenti o lavoratori che hanno scelto la coabitazione come forma abitativa. Una soluzione economicamente possibile per emanciparsi dalla famiglia, ma che negli ultimi anni anche chi lavora è stato costretto, a causa della situazione lavorativa precaria, ad adottare per condividere le spese e ridurre il costo del mantenimento di una casa. “Il frigorifero appare dunque la metafora perfetta a sintetizzare le dinamiche di una casa “popolata”, enfatizza la Lonardelli.

LUOGO DI INCONTRO- SCONTRO DI STILI DI VITA DIFFERENTI – “Abbiamo scelto il frigorifero come simbolo delle relazioni tra coinquilini perché con la sua rigida struttura in ripiani è il terreno comune di incontro/scontro tra culture e stili di vita differenti. E’ il parallelepipedo che racchiude i gusti, gli usi, i costumi diversi di chi abita la casa e che, come tale, mette a nudo le conflittualità più latenti. E’ la vetrina della casa: massiccio e imponente, cattura l’attenzione nell’ambiente in cui è posizionato e diventa quindi il muro della memoria (fotografie) e del promemoria (comunicazioni tra coinquilini e bollette da pagare). E’, infine, il luogo dell’affetto: nella sua appendice più “ghiacciata”, il freezer, compaiono ogni domenica stagnole e contenitori ripieni di prelibatezze e golosità preparate da mamme, nonne e zie”, conclude l’ideatrice di Me ne frigo.

Di Maria Teresa Melodia
mariateresa.melodia@gmail.com

Commenti