Pubblicato su Affari Italiani
Se ascolti ad occhi chiusi la sua voce intensa e potente non ti aspetti quello che poi vedi ad occhi aperti: Anna Calvi, una ragazza minuta e pallida dallo sguardo dolce e profondo. Una voce flebile al microfono delle interviste che prende possesso del palco al momento della performance con tutta la forza che ne consegue. Paragonata a PJ Harvey per i temi delle sue canzoni: desiderio, perdita, diavoli e passioni, è stata per un paio d’anni chitarrista e cantante di una band londinese.
Ventinovenne inglese, ma di padre italiano come rivela il cognome, nell’epoca dei reality, di youtube e dei social network, ha raggiunto la notorietà con la partecipazione al sondaggio della BBC, Sound of 2011 e da subito è stata accolta a braccia aperte dalla critica britannica. L’esordio sulle scene è stato sancito dalla versione rivisitata di Jezebel, già resa celebre da Edith Piaf. E dopo il singolo Moulinette, a gennaio 2011 è arrivato il primo album che porta il suo nome.
Nel suo bagaglio di influenze ed ispirazioni, la promettente Calvi cita Nina Simone, Maria Callas, il rock di Jimi Hendrix e dei Rolling Stones, oltre al blues di Captain Beefheart, i classici Ravel e Debussy e le esibizioni di Nick Cave e David Bowie. Un mix inconsueto che sfocia in una presenza scenica d’impatto. Una lady rock che punta sui contrasti, con un fascino alla garçonne, e un’immagine intrigante lontano dalle pop star dei nostri tempi e più vicina alle femme fatale degli anni ’30. Di certo lo stile non le manca. Per giudicare il resto i fans italiani potranno toccare con mano il suo talento musicale in occasione delle date italiane previste il 21 giugno a Ravenna, il 22 giugno alla Mole Vanvitelliana di Ancona, il 13 luglio allo Spaziale Festival di Torino e il 20 luglio al Festival Sexto 'Nplugged di Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone.
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