Come cucinare il peperoncino: proprietà, usi e ricette

Vi racconto pregi e difetti dell'oro rosso, in passato detto anche spezia dei poveri. In natura ne esistono moltissime varietà: habanero e jalapeno sono tra le più conosciute. Usato per insaporire e conservare cibi, la giusta dose di peperoncino dipende da molti fattori.



Più di 3000 varietà

E' una delle spezie più diffuse al mondo. Il peperoncino (detto chili nei paesi di lingua spagnola e inglese) appartiene alla famiglia di vegetali delle Solanacee (proprio come peperone, patata e melanzana) e al genere Capsicum. E' innanzitutto una pianta, che può raggiungere l'altezza di 1,5 m; con il termine peperoncino si indica però anche il frutto della pianta: una bacca a buccia spessa simile a un peperone appuntito, che al suo interno ha un rivestimento membranoso pieno di semi. Può essere impiegato fresco o essiccato. E ancora, intero, sminuzzato, a tocchetti, tostato, fritto, macinato o tritato.

Verdi, arancio, rossi, gialli. In natura esistono più di 3000 varietà di peperoncino, diverse per colore, gusto, dimensione (tra i 2 e 15 cm di lunghezza) e forma. Nei peperoncini piccanti si intuiscono sentori di frutta, vicini a prugna secca e uva passa.

C'è il peperoncino calabrese, originario dell'omonima regione italiana, c’è l’habanero, fra i più piccanti e dalla forma arrotondata, c'è l'ancho, non molto piccante e molto famoso in Messico. C'è poi lo jalapeno, il peperoncino rosso messicano più conosciuto in Europa che quando è secco è chiamato chipotle.

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Di Maria Teresa Melodia
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